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Editore: Franco Angeli
Reparto: Problemi e servizi sociali
ISBN: 9788856801224
Data di pubblicazione: 01/09/2008
Numero pagine: 224
Collana: Temi di storia
Non lasciare inoperosi i detenuti costituisce una delle finalità che il sistema carcerario italiano si è assegnato sin dalle sue origini. I rei vanno impiegati in attività produttive che, distraendoli dalla loro condizione di reclusi, esercitino anzitutto una funzione disciplinare. A questa si accompagna un intento pedagogico: le mansioni svolte nelle officine dei pe-nitenziari o nei campi delle colonie penali agricole devono veicolare quell'etica del lavoro cui il detenuto dovrà attenersi una volta tornato nella società civile. L'industria carceraria persegue anche un obiettivo immediatamente economico, nella misura in cui si presta a coprire le spese di mantenimento della popolazione reclusa. La sua presenza, peraltro, da luogo a frequenti tensioni con le imprese libere: i compensi erogati dalle manifatture coatte, siano esse gestite dallo stato o concesse in appalto a privati, sono molto bassi e ciò permette di praticare prezzi di vendita altamente competitivi. Del lavoro dei detenuti, la storiografia nazionale si è finora occupata con un'attenzione rivolta quasi esclusivamente alle prerogative giuridiche e alle ricadute sociali. Essa ha di rado superato quella soglia del XX secolo che questo libro invece oltrepassa, prendendo in esame il periodo compreso fra l'età giolittiana e la seconda guerra mondiale.
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