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Editore: Meltemi
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788855198165
Data di pubblicazione: 21/07/2023
Numero pagine: 180
Collana: Nautilus
È possibile assegnare alla distopia femminista uno spazio autonomo a livello teorico, che ne consenta un'analisi specifica? Il lavoro di Martina Marras parte da questa domanda, nel tentativo di mettere ordine rispetto al proliferare di narrazioni distopiche accomunabili per tematiche ed elementi ricorrenti. La risposta, positiva, che viene proposta per il quesito-guida si struttura attraverso una prima definizione del canone distopico femminista, seguita da una disamina delle caratteristiche peculiari rintracciabili nei romanzi che possono essere ricompresi sotto questa etichetta. Un primo obiettivo, dunque, è quello di ricostruire gli elementi fondamentali della distopia femminista al fine, però, non tanto di collocare tale genere nella cornice della critica letteraria, bensì di recuperarne le radici filosofiche e politiche, problematizzando i contenuti che sono veicolati attraverso le pagine narrative. Se per un verso la rappresentazione distopica della condizione femminile consente di riflettere sui più drammatici nodi del destino biologico delle donne e di dissacrarli, per un altro la riproposizione perpetua ed esasperata di stereotipi e drammi di cui la storia, passata e presente, può dare testimonianza concreta ha un impatto determinante anche "sull'universo maschile", sulla ridefinizione dei canoni e dei ruoli sociali tradizionali, che infatti si mostrano sempre più fluidi. La mancanza di certezze, le crisi, le trasformazioni si traducono in paure, magistralmente rappresentate dalla narrativa distopica.
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