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Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni
Cancila Orazio

Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni

Editore: Rubbettino

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788849863512

Data di pubblicazione: 29/07/2020

Numero pagine: 690

Collana: Varia


32,00€
Esaurito

Sinossi

Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello "buono" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono. Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici. All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri. La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge.

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