«Santamente rivoluzionari». La meteora del popolarismo a Pisa tra la Prima guerra mondiale e la nascita del regime fascista (1914-1925) di Sodi Stefano - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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«Santamente rivoluzionari». La meteora del popolarismo a Pisa tra la Prima guerra mondiale e la nascita del regime fascista (1914-1925)
Sodi Stefano

«Santamente rivoluzionari». La meteora del popolarismo a Pisa tra la Prima guerra mondiale e la nascita del regime fascista (1914-1925)

Editore: Edizioni ETS

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788846769091

Data di pubblicazione: 20/09/2024

Numero pagine: 268

Collana: Vos estis templum Dei vivi. Storia Chiesa


25,00€
Facile da trovare

Sinossi

Il volume ripercorre le vicende del Partito Popolare Italiano nella provincia di Pisa, dai primi dibattiti nel mondo cattolico sull'eventuale ingresso nel primo conflitto mondiale, fino alla nascita del partito (la sezione del capoluogo nacque il 15 febbraio 1919, seguita dalle molte altre che presero vita in provincia nei giorni e mesi successivi) e agli avvenimenti che ne segnarono il rigoglioso sviluppo e la precoce scomparsa. Gli eventi sono narrati in stretto parallelismo con quelli della Chiesa (i papati di Benedetto XV e Pio XI, la nascita della nuova Azione cattolica) e dello Stato italiano (prima il 'biennio rosso', poi il 'biennio nero', la dissoluzione dello stato liberale, l'avvento del fascismo al potere). L'analisi si conclude non con lo scioglimento del partito, che avverrà formalmente solo nel novembre 1926, ma con la distruzione della tipografia della Società Editrice Toscana, che pubblicava «Il Messaggero Toscano», «Il Corriere Toscano», «Il Mattino di Livorno» e il lucchese «L'Esare», avvenuta il 2 gennaio 1925. Essa costituì infatti l'ultimo bavaglio messo dai fascisti sulla bocca dei cattolici della costa toscana. Nella narrazione emergono figure di spicco a livello regionale e nazionale, da Giovanni Gronchi, che diverrà poi il terzo Presidente della Repubblica, a Ferdinando Pescatori, da Armando Angelini a Giulio Alvi. Accanto ad esse figure di preti, forse meno note, ma altrettanto importanti per la formazione democratica delle nuove generazioni, da don Tito Pagni a don Adolfo Braccini, da don Giuseppe Modena a don Pietro Cascioni. Nel repentino passaggio dal rosso al nero, che avvenne in un arco di tempo estremamente limitato, l'esperienza politica dei popolari pisani rappresenta un fenomeno che, per quanto di breve durata e non maggioritario, produrrà però effetti di lungo termine destinati a generare i propri frutti nel secondo dopoguerra.

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