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Editore: Edizioni ETS
Reparto: Letteratura
ISBN: 9788846761910
Data di pubblicazione: 28/12/2021
Numero pagine: 321
«Compito di una rivista è fotografare lo stadio di avanzamento degli studi, verificare la strada percorsa ed eventualmente suggerire ulteriori, possibili linee di intervento. I diciotto saggi contenuti in questo numero del Nome nel testo offrono un quadro alquanto articolato delle modalità di approccio all'onomastica letteraria. È una varietà determinata non soltanto da differenti contesti (letteratura italiana, polacca, americana, classica, ecc.), ma da plurimi metodi di indagine, da angoli prospettici non coincidenti e talvolta persino opposti, dall'individuazione di un ampio spettro di temi e questioni. Il rapporto dei nomi con la letteratura genera dunque percorsi che vanno analizzati nella loro specifica peculiarità. Sarà tuttavia opportuno - ed è lo scopo di questa nota introduttiva - offrire al lettore qualche indicazione per orientarsi, illustrando i criteri seguiti per articolare le varie sezioni in cui sono stati raggruppati i contributi: senza la pretesa di comprimerli nello spazio esiguo di una categoria, ma evitando di disporli in base al puro ordine alfabetico degli autori, questa scelta mira solo a individuare alcuni nuclei fondanti, alcuni nodi irrisolti. Il primo, sul quale si concentra il maggior numero dei contributi (ben sei), è stato definito Soglie, margini e altri spazi. Luigi Matt, per esempio, ci parla della fisionomia spesso sorprendente, carica di allusioni e di depistanti ammiccamenti, dei titoli delle opere di Giorgio Manganelli. Siamo in quello spazio particolare che è la soglia del testo, in quell'indugio prefatorio che Manganelli traduce in una sfida alla lingua dell'uso e alle doti ermeneutiche del lettore. I titoli manganelliani sono, ci ricorda Matt, invito alla cerimonia della scrittura e pertanto opportunità di comprendere la natura ultima del testo letterario, che è arte di evocare i demoni, creazione di incantesimi; in una parola: enigma. E nel medesimo spazio, ma con differente approccio, soggiorna l'intervento di Leonardo Terrusi. In questo caso lo studioso si concentra sul titolo, Il Quarantotto, di una sola opera di Sciascia. La carta giocata da Terrusi consiste nel riuscire a cogliere tutte le risonanze, i residui ideologici e memoriali, il magnetismo, in buona sostanza, di ciò che si presenta con l'anodina sembianza di un numero: nel titolo si può leggere il senso di confusione, la percezione del fallimento dell'intero processo rivoluzionario e in fondo quella dialettica tra verità e scrittura in cui si riconosce la qualità precipua della narrativa di Sciascia...» (Dalla Presentazione)
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