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Editore: Edizioni ETS
Reparto: Diritto
ISBN: 9788846746702
Data di pubblicazione: 02/01/2017
Numero pagine: 229
Collana: Jura. Temi e problemi del diritto
Lon L. Fuller (1902-1978) è stato uno dei più eminenti ed originali filosofi del diritto dello scorso secolo, la cui importanza, soprattutto quando riferita alla capacità di rimodellare l'agenda della teoria giuridica del suo tempo, non fu certamente seconda a quella di Holmes, di Cardozo, di Llewellyn, di Radbruch, di Hart e dello stesso Dworkin. Nonostante ciò, e per ragioni non del tutto comprensibili, la filosofia del diritto, tanto quella europea quanto quella d'oltreoceano, con alcune poche eccezioni, ha circoscritto la propria attenzione ad una piccola porzione del pensiero di Fuller che, quando riportata in forma monca e decontestualizzata, ha teso progressivamente a perdere di significato o ad assumere, cosa ancora peggiore, un'aura di evidente banalità. E così facendo, condannando per lungo tempo Fuller e la sua proposta giusfilosofica ad un vero e proprio limbo. Questo volume vuole offrire un contributo all'opera di riscoperta del pensiero di Fuller inaugurata da Robert Summers negli anni ottanta e oggi portata avanti da Kristine Rundle. Il lavoro non vuole apparire né neutrale e informativo (come quello di Summers), né necessariamente apologetico (come quello di Rundle, almeno nell'interpretazione da me offerta). Non si tratta, insomma, né di una ricostruzione filologica, né tantomeno di un tentativo di rivendicare la sua jurisprudence. L'intento è quello di fare chiarezza su alcuni punti nevralgici del suo concetto di diritto, al fine di valutare serenamente e senza schieramenti ideologici o di scuola la portata effettiva della sua proposta e la sua reale influenza sull'odierna filosofia del diritto.
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