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L'aggressione russa all'Ucraina ha reso evidente all'opinione pubblica mondiale una questione su cui gli studiosi di relazioni internazionali si interrogavano sin dal discorso di Putin alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 2007: la svolta revisionista della Russia. L'elemento di novità introdotto dalla guerra va ricercato, piuttosto, nel mutamento in senso "rivoluzionario" della modalità con cui Mosca persegue la modifica dell'ordine internazionale scaturito dalla fine della Guerra fredda. Se la sua politica estera è stata ampiamente analizzata, soprattutto nel mondo anglosassone, più rari sono stati i tentativi - di cui nessuno in lingua italiana - di investigare il feedback prodotto dal suo cambiamento di intenzioni nei confronti dello status quo. Il volume, scritto da un gruppo di ricerca formato da politologi, esperti d'area e storici delle relazioni internazionali, è diviso in tre parti. La prima è dedicata al rapporto triangolare tra Federazione Russa, Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese, da cui in buona parte dipenderanno le sorti dell'ordine internazionale liberale; la seconda sposta l'attenzione sull'evoluzione delle partite che la Russia sta giocando in Europa, mentre la terza analizza quelle che la impegnano nel Caucaso, in Medio Oriente e in Asia centrale.
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