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Editore: Il Saggiatore
Reparto: Letteratura italiana: testi
ISBN: 9788842830559
Data di pubblicazione: 17/02/2022
Numero pagine: 280
Collana: La cultura
Che cosa significa essere liberi? Potere uscire di casa tutti i giorni quando si vuole, mangiare a qualunque ora del giorno e della notte, andare a correre in un parco, a scalare una montagna, a fare un tuffo nel mare, fare l'amore con la persona che si desidera ogni volta che se ne ha l'occasione. E come si fa a essere liberi quando ciascuna di queste cose è negata? Una risposta provano a darla i detenuti del carcere di Frosinone con i testi che formano questa antologia. Composto durante il laboratorio di scrittura ideato e condotto da Ivan Talarico, nell'ambito del progetto Fiorire nel pensiero curato e ideato da Federica Graziani, questo insieme di racconti, brevi autobiografie, pagine diaristiche, lettere, surrealistici «cadaveri squisiti» e altri esercizi letterari rappresenta una rottura delle pareti che separano l'esterno del carcere dalla realtà al suo interno, permettendo sia a chi legge sia a chi scrive di abitare insieme uno spazio di confronto e vicinanza: quello della letteratura. Uno spazio di libera espressione nel quale gli autori danno voce al proprio passato, ai propri sogni e alle proprie paure, descrivono gli ambienti della prigione e le planimetrie di città immaginarie, inventano storie a partire da una fotografia e si reinventano come personaggi di finzione, condividono ricordi e parlano di amore e di morte, di errori commessi e di scelte fatte con coraggio. Arricchita dalle prefazioni di Luigi Manconi e Alessandro Bergonzoni, "Letteratura d'evasione" è una testimonianza della potenza liberatoria e rigenerante della scrittura. Un'opera corale che è anche una riflessione sulla reclusione e sulla possibilità che un carcere non sia solo un punto di arrivo ma anche un nuovo inizio. Perché, come scrive Manconi, «letteratura d'evasione è sia quella che consente al detenuto-lettore di emanciparsi dalla claustrofobia mentale e _ sica delle sbarre, delle porte blindate, degli spazi coatti, sia quella prodotta dal detenuto-scrittore. Ovvero da chi, nella prigione psicologica e materiale, ha trovato uno spiraglio per prendere aria, per sgranchire gambe e braccia, per conquistare una porzione di autonomia e di libertà».
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