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Il concetto discriminatorio di guerra
Schmitt Carl

Il concetto discriminatorio di guerra

Editore: Laterza

Reparto: Filosofia occidentale moderna

ISBN: 9788842085034

Data di pubblicazione: 15/05/2008

Numero pagine: XLI-84

Collana: Sagittari Laterza


15,00€
Esaurito

Sinossi

Pubblicato per la prima volta nel 1938, questo saggio di Schmitt si presenta come una semplice ricognizione dei diversi orientamenti sul tema della guerra presenti nella letteratura giuridica inglese e francese degli anni Trenta, ma ha in realtà tutt'altre implicazioni. Oggetto delle critiche del grande giurista sono qui la Società delle Nazioni e il concetto di guerra giusta. Già all'inizio di quegli anni, si è radicata in Schmitt la convinzione che una ideologia universalistica esclude la possibilità di considerare il nemico come uno justus hostis, un nemico che può anche avere ragione. In una prospettiva ecumenica il nemico è sempre un nemico ingiusto e, di conseguenza, la guerra o è una guerra giusta contro i nemici dell'umanità, o è un'azione criminale che turba la pace. Questa ideologia universalistica di origine liberal-democratica viene indicata da Schmitt come il fondamento teorico della Società delle Nazioni, istituzione segnata dall'intima contraddizione di proporsi al contempo come organizzazione ancora costruita su base statuale e come società universale spoliticizzata che pretende di rappresentare il genere umano.

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