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Elemento caratterizzante della Sicilia moderna e contemporanea, il banditismo vive stagioni diverse e assiste ciclicamente a crisi e rinascite, il più delle volte coincidenti con le cesure periodizzanti della storia dell'isola. Dopo la dura repressione post-unitaria, culminata nella cattura dei più feroci e celebri briganti, le masnade sembrano inabissarsi, salvo poi riapparire all'alba del XX secolo, quando i mutati equilibri politici provocano un'ulteriore recrudescenza del fenomeno, destinata a protrarsi almeno fino alla scomparsa di Salvatore Giuliano. Il volume ripercorre questa lunga vicenda alla luce del binomio continuità/innovazione: in quest'ottica, i contributi si interrogano sull'evoluzione di prassi e linguaggi delle bande, sui rapporti controversi con la mafia, sulle forme di repressione attuate da istituzioni e forze dell'ordine, ora grazie a dispositivi giuridici "nuovi", ora in virtù di corpi speciali, accomunati dal ricorso a procedure extra-legali. Un altro focus riguarda l'eredità e le persistenze del brigantaggio isolano, tanto in termini di know-how criminale, quanto rispetto alla memoria dei suoi eventi e protagonisti: la riscoperta consapevole di questi temi rappresenta, oggi, un originale strumento di public history, contraltare a falsificazioni e revisionismi dilaganti.
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