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Nel 1505 le clarisse del monastero di Santa Maria Assunta in Monteluce commissionarono a Raffaello Sanzio l'esecuzione di una grande pala d'altare per la loro chiesa, che - dopo una lunga attesa e ripetuti contratti - all'indomani della morte del maestro verrà portata a compimento dagli allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni nel 1525, anno in cui giungerà a Perugia. L'Incoronazione della Vergine rimarrà nella chiesa fino al 1797, quando le truppe napoleoniche la porteranno a Parigi, per poi far rientro a Roma, dove entrerà a far parte delle collezioni della Pinacoteca Vaticana. Dopo due secoli, nell'Anno Giubilare dedicato alla Speranza, l'opera - grazie alla sinergia tra l'Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e i Musei Vaticani - torna a Perugia e, per la prima volta, dialoga insieme con gli scomparti di predella con Storie della vita di Maria, eseguiti da Berto di Giovanni, e al prezioso Crocifisso di Giovanni Teutonico. Il volume si pone l'obiettivo di ricostruire parte del contesto storico, artistico e spirituale del monastero delle clarisse di Monteluce, gettando le basi per una rinnovata attenzione degli studi nei confronti di questo antico insediamento monastico perugino. Un'occasione di ricerca e di studio, ma soprattutto un invito ad abitare con sguardo nuovo l'anno del Giubileo, affidando all'arte il delicato compito di aprire un dialogo con le attese e le inquietudini del nostro tempo.
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