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Giovanni Pintori è stato uno tra i protagonisti della comunicazione visiva del Novecento, grazie a un linguaggio creativo e innovativo che ancora oggi risulta incredibilmente attuale e atemporale. Graphic designer di indiscusso talento, lega il suo nome alla collaborazione, iniziata nel 1936, con Adriano Olivetti e con la sua azienda. Il presente catalogo documenta le tappe più signifi cative della sua lunga carriera e il processo ideativo dal quale sono scaturiti i suoi numerosi elaborati grafi ci: manifesti, stamponi, brochure, house organ, annunci pubblicitari, insegne, stand, costruzioni tridimensionali del moto perpetuo oltre che gli inediti bozzetti e taccuini con appunti. Le pagine del catalogo ripropongono, in una ricca successione di tavole a colori, gli oltre trecento pezzi esposti in mostra. Ad accompagnare nella scoperta e nell'approfondimento di questo artista grafi co ci sono i saggi di Chiara Gatti, Mario Piazza, Davide Cadeddu, Nicoletta Ossanna Cavadini, Luigi Sansone, Angela Madesani. Con i loro contributi, questi studiosi indagano il lavoro di Pintori da diverse angolazioni: dalla formazione professionale al suo rapporto con l'arte e la pittura, che lo accompagnò per tutta la vita; dal suo sofi sticato lessico grafi co al fertile scambio intellettuale, professionale e umano con i conterranei Costantino Nivola, Salvatore Fancello e Ugo Mulas. Negli apparati sono pubblicati i rari scritti di Pintori e completano il volume una accurata biografi a e bibliografia. Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano), da genitori originari di Nuoro e, dopo aver frequentato l'ISIA di Monza, nel 1936 inizia la collaborazione con l'Uffi cio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940. Nel 1950 ottiene la Palma d'Oro della Federazione Italiana Pubblicità, il primo di una lunga serie di riconoscimenti, e diventa Art Director di Olivetti e poi nel 1952 entra a far parte dell'AGI (Alliance Graphique Internazionale) di cui diviene poi presidente. Il suo stile e le sue innovative campagne di comunicazione ottengono plauso in tutto il mondo. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo e Kyoto. Dopo il 1967, lascia l'Olivetti per dedicarsi alla libera professione collaborando con Pirelli, Ambrosetti, Gabbianella e Merzario. Muore a Milano il 15 novembre del 1999.
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