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L'autobiografia di Hans Ertl, importante alpinista del Novecento, pubblicata in Germania nel 1937 e ora tradotto in Italia: un percorso unico verso cime e creste, attraverso pareti di ghiaccio e di roccia, in un viaggio alla ricerca di una metafisica e spirituale negli anni che precedono il Terzo Reich. L'autore racconta le pietre miliari della sua vita: i mesi trascorsi nell'Artide in Groenlandia, tra scalate e riprese cinematografiche; la spedizione sull'Himalaya, durante la quale raggiunse un settemila nel Karakorum, la più alta cima fino ad allora conquistata. Sono avventure che il protagonista, eterno vagabondo della montagna, racconta in questo libro come nel copione di un film. Apre il volume un prezioso ricordo del grande alpinista e cineasta, già autore di un volume della collana, Kurt Diemberger. Un'ampia introduzione di Marco Albino Ferrari colloca l'autore nel suo tempo, raccontando i retroscena di una vita (per esempio l'amore con la regista del Regime, Leni Riefenstahl) e completando la storia negli anni successivi all'uscita del libro. In appendice trovano spazio i documentari della grande olimpiade sulla neve e nel gigantesco stadio di Berlino; il lavoro da pioniere nei primi film a colori tedeschi e i reportage video e audio provenienti da paesi lontani; le avventure sulle Ande della Bolivia e della Patagonia.
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