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Editore: La nave di Teseo
Reparto: Filosofia occidentale moderna
ISBN: 9788834620434
Data di pubblicazione: 31/01/2025
Numero pagine: 176
Collana: I delfini
Un esperimento insolito e originale forma l'oggetto di questo libro: la messa a fuoco dei punti d'intersezione tra filosofia e le diagnosi radicali del potere, del comando e della legge fornite, in tempi e contesti diversi, da due grandi scrittori mitteleuropei come Elias Canetti (attraverso un confronto costante con l'opera di Kafka) e Herta Müller (lungo l'asse che collega la figura del Lager alle esperienze di sorveglianza, isolamento e derelizione esistenziale presenti nelle stesse democrazie). Per afferrare il senso delle trasformazioni del potere occorre andare alle radici: al principio che l'ha originato come fattore transculturale e storico comune a tutte le società umane. Il potere non può essere abolito: ogni tentativo di "superarlo" - sopprimendo questa o quella forma del suo esercizio - non ha finora fatto che potenziarlo. Il potere deve essere, invece, sradicato, sovvertito nella sua logica costitutiva: la logica dell'identità. Tracciare una linea di frattura e di opposizione al potere significa, nel cuore del nostro presente globale, spostare il focus sui soggetti e sulla loro potenza di metamorfosi e rigenerazione. Ma ciò è possibile solo staccandosi dal rumore dell'attualità e riprendendo il filo interrotto di opere solitarie ed estreme. Giacomo Marramao scompone, analizza e ricompone le parti di un meccanismo, quello del potere e delle sue forme di sfruttamento, che accompagna da sempre la storia dell'essere umano ma che oggi rischia di annientare proprio ciò che di umano ci resta.
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