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Editore: Vita e Pensiero
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9788834326428
Data di pubblicazione: 29/01/2014
Numero pagine: XV-209
Collana: Università/Ricerche/Storia
Annessa Roma al Regno d'Italia, la più antica diplomazia del mondo, quella pontificia, non smise le vesti di attore sulla scena internazionale. All'indomani del Venti Settembre la Santa Sede, nella sua mera qualità di organo di governo centrale della Chiesa universale, continuò non solo a inviare i suoi Nunzi e Delegati Apostolici nel mondo, ma anche a ricevere un Corpo Diplomatico, così rivelando le peculiarità sui generis di una Potenza "morale" - per usare un'espressione di Leone XIII - la cui nativa sovranità d'ordine e di giurisdizione su tutta la Chiesa prescindeva dalla titolarità di un Potere temporale. Ma nella prassi diplomatica essa sfuggi all'isolamento non tanto in virtù della Legge delle Guarentigie unilateralmente emanata dall'Italia, quanto piuttosto per il saldo legame del Papato con l'Austria-Ungheria, erede del Sacro Romano Impero, e con la Francia, 'figlia primogenita della Chiesa'. Le politiche estere delle due maggiori potenze cattoliche del momento sono qui osservate nella loro evoluzione - sulla base di fonti archivistiche, anche inedite, sia vaticane, sia austriache e francesi - lungo il corso degli ultimi otto anni di Pio IX e dei pontificati di Leone XIII e di Pio X: sostanzialmente stabile e continuativo il rapporto con la Sede Apostolica nel caso dell'Impero asburgico, protettivo e poi profondamente conflittuale nel caso della Terza Repubblica francese.
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