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Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte
Améry Jean

Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte

Editore: Bollati Boringhieri

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788833922836

Data di pubblicazione: 04/10/2012

Numero pagine: 160

Traduttore: Ganni E.

Collana: Nuova cultura


17,00€
Facile da trovare

Sinossi

Un libro terribile, questo. Un libro scritto da un pensatore profondo, un uomo deportato e torturato ad Auschwitz, che torna e ritorna su quella indicibile sofferenza ("chi è stato torturato resta tale"), e che si porta dentro un carico di male che lo tiene per tutta la vita in stretta contiguità con la morte. "La tortura è stata per lui una interminabile morte", scriverà Primo Levi. È un libro scritto da chi ha già deciso e può permettersi di abbandonare la logica della vita per avvicinarsi al gesto definitivo di levare la mano su di sé, di darsi la morte volontariamente, osservandolo dall'interno, sino in fondo "sin dove può giungere la parola". È questo che rende unico questo scritto: rendersi conto che chi uccide e chi viene ucciso sono la stessa persona, vanificando così ogni logica, demolendo la dicotomia tra vita/bene e morte/male, rendendo l'atto estremo che l'autore compirà due anni dopo aver pubblicato questo libro una disperata affermazione di libertà, completamente slegata da ogni giudizio morale.

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