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Editore: Bollati Boringhieri
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9788833910178
Data di pubblicazione: 14/02/1997
Numero pagine: 242
Collana: Saggi. Arte e letteratura
Quando, all'inizio degli anni ottanta, in Italia si comincia a parlare di postmoderno, il termine rivela una notevole capacità di espansione: attraversa molti campi del sapere, dall'architettura alla sociologia alla filosofia: si insedia stabilmente nei "media"; orienta, nel bene e nel male, il costume e i modi di abitare. Rispetto alla modernità, e alle sue potenzialità irrealizzate o ancora da realizzare, il postmoderno appare liberatorio, giocoso, frenetico, amante della combinatoria - di stili, di epoche, di metodi - e del virtualismo, e, in un certo senso, più "democratico": smessa la distinzione moderna tra cultura elitaria e cultura di massa, è attratto dalla dimensione omologante del consumo e dagli spazi metropolitani in cui questo si esercita. Sebbene non ci sia stato dibattito su temi politico-culturali che non l'abbia doverosamente citata, da noi la questione del postmoderno è tutt'altro che definita, anzi stenta a trovare vera ospitalità soprattutto fra gli storici della cultura e della letteratura. Il libro di Ceserani è il primo, riuscito tentativo di porla al centro dell'attenzione. Opere narrative, categorie filosofiche, aneddoti rivelatori, prodotti di design: nulla è ignorato da questo documentatissimo "vademecum", che fa uscire il postmoderno dalla nebulosa della moda linguistica.
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