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Il nostro Sistema Sanitario Nazionale, considerato per decenni un punto di riferimento mondiale per equità ed efficienza, ormai smembrato in una ventina di sistemi regionali, è stato impoverito e depotenziato. Cosa ne è, oggi, della dichiarazione secondo cui "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti", cioè di quell'articolo 32 che impreziosisce, tra gli altri, la nostra nobile Costituzione? La medicina delle migrazioni è da oltre trent'anni un sensore attento delle situazioni di allarme: la nostra presenza sui territori, a fianco delle persone bisognose, ci ha spesso consentito di individuare temi (e criticità) emergenti non solo per la popolazione immigrata. Così oggi è sotto i nostri occhi la crescente difficoltà ad accedere alle cure per una larga fetta della popolazione, non solo straniera. Tra i nostri sensori privilegiati ci sono gli ambulatori del volontariato e delle organizzazioni non governative: spesso nati per dare assistenza agli immigrati che non riuscivano ad ottenerla dal Sistema Sanitario Nazionale, si trovano via via a fronteggiare sempre più richieste da parte di italiani in condizioni di difficoltà. Per questo abbiamo deciso di riflettere sul diritto alla salute in Italia oggi, sulla sanità territoriale e sul ruolo degli ambulatori del terzo settore. E nel farlo abbiamo messo a fuoco quei settori che ci paiono più sensibili a questi temi: l'assistenza agli ammalati cronici, le politiche nei confronti dei minori, le malattie infettive. Per tutti noi è chiaro l'impegno a sostenere, mantenere vivo e onorare l'articolo 32 della nostra Costituzione, un impegno di democrazia e di libertà.
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