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Editore: Castelvecchi
Reparto: Letterature straniere: critica
ISBN: 9788832825015
Data di pubblicazione: 29/11/2018
Numero pagine: 139
Collana: Le Navi
«Il trauma più frustrante dell'uomo contemporaneo è dato dal contrasto tra il "sogno dell'infinità" e il "fatto della finitezza". Philip Roth va alla ricerca dell'infinità nell'essenza stessa del dettaglio: come Achille in gara con la tartaruga, si approssima alla soglia immaginaria dell'infinito procrastinando indeterminatamente il suo raggiungimento con una commovente zoomata nel cuore della minuzia». Esistono scrittori che per rappresentare la realtà amano costruire modelli assoluti che affondino le proprie radici nella cultura o nell'ideologia piuttosto che nell'esperienza. Ci sono poi autori che, pur non negando l'importanza di costruzioni trascendenti cui ricondurre i dati disordinati del reale, preferiscono raffigurare i particolari dell'esistenza adottando un atteggiamento pragmatico, concreto. In quest'opera sono raccolti alcuni saggi su tre autori di quest'ultimo tipo: Philip Roth, Abraham Yehoshua e James Salter. Nelle opposizioni tra esperienza e metafisica, concretezza e trascendenza, attenzione al dettaglio e propensione verso l'infinito, per questi scrittori il primo termine riveste l'importanza più rilevante. Non si fidano delle costruzioni trascendenti, pur riconoscendone la necessità. Una necessità di cui è consigliabile dubitare, se non è bilanciata dalla forza centripeta dell'immanenza, che riconduce ogni cosa alla sua sconcezza, alla sua compromissione con l'esistere.
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