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Editore: Il Sole 24 Ore
Reparto: Scienza politica
ISBN: 9788832496673
Data di pubblicazione: 19/03/2021
Numero pagine: 328
Stati Uniti e Cina: una nuova guerra fredda? A differenza dell'Unione Sovietica, la Cina di oggi è fortemente integrata nel sistema economico globale, dove esercita un peso quanto mai rilevante. La competizione sino-americana resta parzialmente asimmetrica. Gli Stati Uniti - che hanno ancora un vantaggio relativo - per mantenerlo devono riprendersi all'interno e rafforzare all'esterno l'alleanza con le democrazie europee e asiatiche. In realtà più che di guerra si può parlare di una "pace fredda". Uno scenario possibile - frutto della gara in corso per il predominio tecnologico - potrebbe essere la creazione di una "sfera tecnoautoritaria" dominata dalla Cina, in opposizione a una sfera liberale dominata da standard occidentali. Tecnoautoritarismo versus tecnodemocrazia. L'esito della competizione estrema, dopo lo spartiacque del Covid, potrebbe essere questo, senza un vincitore globale. Intorno a questi temi strategici ruota il numero 92 di Aspenia che contiene articoli di Minxin Pei, Daniel H. Rosen, Parag Khanna, Paul Taylor, Andrew Spannaus, Massimo Gaggi, John C. Hulsman, Eric B. Schnurer, Mario Del Pero, David Livingston, Carlo Alberto Carnevale Maffè e Franco Bernabè. La questione Cina sarà il vero punto critico nei rapporti transatlantici, facendo emergere la delicatezza dei "confini" fra autonomia europea e partnership con gli Stati Uniti. Dal punto di vista di Bruxelles la gestione del problema andrà affrontata in chiave multilaterale e soprattutto attraverso una riforma del WTO. Per Washington, lo schema concettuale è in parte diverso: alleanza delle democrazie sotto la leadership americana e "power competition" con Pechino. In Italia Mario Draghi tenterà di combinare le preoccupazioni economiche europee per il mercato cinese e la consapevolezza delle preoccupazioni di sicurezza americane. E tenterà di utilizzare il G20, che l'Italia presiede nel 2021, per affrontare le questioni globali che interessano sia la Cina che gli Stati Uniti. Nella sua visione, il coordinamento fra le democrazie occidentali deve servire essenzialmente a questo, a rendere efficiente quello che oggi efficiente non è: la capacità di governo dei rischi globali.
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