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Editore: Marsilio
Reparto: Letteratura italiana: critica
ISBN: 9788831799034
Data di pubblicazione: 25/11/2009
Numero pagine: 94
Collana: Ricerche. Transatlantica
A trent'anni esatti dalla morte di Giuseppe Berto, nato a Mogliano Veneto il 27 dicembre 1914, morto a Roma il 1° novembre 1978, tre università statunitensi (la State University di New York, la Rutgers University e la Fordham University) ripercorrono la sua opera in un convegno internazionale che ha visto coinvolti studiosi e italianisti d'America. Un gesto doveroso verso uno dei più originali scrittori italiani fra gli anni Quaranta e Settanta; gesto ancor più significativo se si pensa che fu proprio in terra americana, durante la sua prigionia a Hereford (Texas), fra il 1943-1945, che Berto scrisse le sue prime opere narrative: racconti di guerra e di prigionia, e due romanzi, "Le opere di Dio" e "La perduta gente", titolo, quest'ultimo, poi mutato da Leo Longanesi in "Il cielo è rosso", che, pubblicato nel 1947, diede subito a Berto un notevole successo. Va qui ricordato il sicuro anticipo delle sue doti narrative nel racconto-resoconto della sua esperienza della guerra d'Africa, pubblicato in quattro puntate su "Gazzettino sera" dal 17 al 24 settembre 1940, poi nel volume postumo "La colonna Feletti". Scrittore tra i più amati e avversati della sua generazione, anche per la sua giovanile adesione al fascismo, Berto seppe mantenere una sua posizione autonoma, allontanandosene disilluso dal dopoguerra, e sempre conservando una posizione ideologica libertaria, caparbiamente indipendente, controcorrente.
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