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Editore: Marsilio
Reparto: Filosofia occidentale moderna
ISBN: 9788829700622
Data di pubblicazione: 05/05/2023
Numero pagine: 272
Collana: Biblioteca
«È noto che un testo ha un piano letterale che è la carne e il mondo sensibile, ma anche una vita animatrice di quella lettera che, da sola, sarebbe morta. Oltre la lettera c'è l'allegoria, che riguarda vicende interiori. E oltre l'allegoria l'anagogia che solleva al puro spirito, al divino». Che cos'è la tradizione, opera tra le più problematiche di Elémire Zolla, come riconobbe lui stesso commentandola nel 1998, si offre oggi a modello perfetto di una lettura a tre piani. Mentre l'attualità del piano letterale, a oltre mezzo secolo dal periodo turbinoso in cui il testo venne composto (1971) è palesemente illanguidita, l'allegoria rispecchia il dramma esistenziale dell'uomo moderno - l'Ognuno descritto nella fiaba all'epilogo - che, immerso nella contingenza alienante del tempo storico, brama di sottrarvisi (Parte prima), senza osare però di varcare la soglia che, una volta dischiusa, «mostri il cielo cancellando il debito contratto nascendo» (Parte seconda). Per "cielo" Zolla intese il piano anagogico dell'Essere concepito come il principio fondante d'ogni contingenza trasmesso dalla Tradizione. Essa è: «L'unica garanzia di una continua dissoluzione di quanto nell'uomo è ipocrisia e nella società ideologia, perché, posta fuori del gioco delle forze mondane, non ammette limiti al suo esercizio [...], di ogni cosa mostra la precarietà ma vi ravvisa nel contempo un grado di essere: dissolve esaltando ed esalta dissolvendo». Pensieri che d'acchito suonano ardui, temerari, esoterici ma il libro senza reticenze ne scioglie i nodi via via, andando alla radice della seduzione satanica, della coazione magica al potere mostrando con lucidità disillusa che «la ruota gira sul medesimo mozzo nei secoli».
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