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Il libro indaga le forme di rappresentazione letteraria e audiovisiva dei vuoti di memoria causati da deficit neurologici (Alzheimer e altre forme di demenza) o da traumi psichici (dovuti a fenomeni collettivi di portata storica o a eventi personali) e la loro manifestazione linguistica dal 1920 post-bellico al 2020 post-pandemico. I temi delle malattie degenerative, del dolore e della morte sollevano interrogativi bioetici che romanzi, film e altre forme espressive consentono di avvicinare da prospettive inedite e feconde, con una complessità di sguardi che si propone di affiancare e integrare la letteratura medica specialistica. Il fatto creativo permette di approfondire i dilemmi etici connessi a queste tematiche e può incidere a fondo sulla nostra comprensione delle loro implicazioni e sulla necessità di elaborare risposte condivise, oltre a favorire un dialogo interdisciplinare che abbracci campi del sapere distanti come la bioetica, le scienze cognitive, le teorie culturali, la critica letteraria, la Visual Culture, la linguistica. Studiosi che operano in ambito medico e umanistico hanno inteso intrecciare le proprie competenze per restituire la voce alle donne e agli uomini che l'amnesia ha messo a tacere.
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