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Il carteggio tra Paolo Grossi (1933-2022) e Mario Sbriccoli (1941-2005) offre al lettore un osservatorio privilegiato per tracciare un capitolo importante della storia del diritto e della cultura giuridica nell'Italia del secondo Novecento. Il maestro fiorentino, che più tardi sarà giudice e presidente della Corte Costituzionale, incontra a Macerata, nel 1962, uno studente dalle spiccate doti intellettuali. Il giovane professore è all'inizio della sua prestigiosa carriera, lo studente è alla ricerca di una guida autorevole. É il principio di un grande sodalizio destinato a durare decenni. L'epistolario svela, senza filtri, il graduale processo di "riconoscimento"; Grossi e Sbriccoli, lettera dopo lettera, disegnano un percorso comune in cui l'uno "insegna" qualcosa all'altro: Grossi emergerà come indiscusso caposcuola, fondatore di istituzioni fiorentine e figura di primo piano della cultura italiana, Sbriccoli, a sua volta, come maestro pronto ad aprire nuove strade e a contribuire in modo decisivo allo sviluppo della storia del penale e della giustizia. Grazie al carteggio è possibile entrare nel cuore di una vicenda straordinariamente ricca dal punto di vista umano e scientifico, testimonianza eloquente, viva, "universale" di quella che è una relazione esemplare tra maestro e allievo costruita sulla base di alcuni valori fondanti: il rigore, il pluralismo, il rispetto dell'autonomia, la valorizzazione di ciò che appartiene alla singolare personalità di ogni studioso.
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