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Anni '70, anni di feroci ideologismi e di duri scontri politico-culturali. Il PCI di Enrico Berlinguer è in forte espansione: sta portando avanti un progetto politico strano per la cultura marxista di allora: il compromesso storico, ovvero un'alleanza tra la componente comunista, quella cattolica e quella socialista che lo porterà ad essere la più notevole forza comunista nell'Europa Occidentale. Il pensiero gramsciano, così, conosce in quegli anni interpretazioni "di destra" o "di sinistra", tendenti, le une e le altre, a dare un'idea di un PCI ancora sotto i postumi "leninisti" o, all'opposto, un PCI ormai avviato verso un "revisionismo" socialdemocratico. Tra le due interpretazioni, naturalmente, si pone anche quella "ufficiale" del partito che tende, attraverso una lettura del testo gramsciano di alternativa politica, a giustificare criticamente, storicamente e politicamente il compromesso storico. Questo testo non ha la pretesa di essere esaustivo dell'intero pensiero gramsciano di per sé estremamente vasto e complesso; ma analizza il concetto di nazionale proprio nel momento in cui il PCI stava facendo il massimo sforzo per identificarsi come una delle parti politiche in grado di sviluppare un modello politico e culturale innovativo per unificare il Paese attraverso il coinvolgimento della classe operaia.
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