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Il diritto della concorrenza vive una fase di transizione che merita attenta analisi. Da un lato, l'Autorità antitrust nazionale ha visto i propri poteri ampliarsi per effetto della Direttiva ECN Plus e della legislazione di recepimento: rafforzamento dei poteri istruttori, allargamento dei poteri sanzionatori, la possibilità di definire i procedimenti con i c.d. settlements. Dall'altro, lo scenario geo-economico e geo-politico cambia e macrofenomeni come la crisi della globalizzazione e lo spettro del decoupling possono influenzare l'azione di tutela della concorrenza. Come se non bastasse, la crescita dei poteri di mercato digitali rilancia il dibattito sulle finalità del diritto antitrust e mette in discussione, come ad esempio nelle tesi neobrandesiane, il mito del consumer welfare come unica chiave di lettura di questo settore dell'ordinamento. Infine fenomeni interni, come l'espansione delle pratiche commerciali scorrette e la tutela diretta del consumatore, e fenomeni europei, come la disciplina del Digital Markets Act, ripropongono le tensioni tra la funzione di vigilanza antitrust (ex ante) e la regolazione (ex post), con sovrapposizioni di competenze che mettono in crisi tradizionali certezze sui compiti delle Autorità nazionali di concorrenza. Tutto ciò, a distanza di quasi trent'anni dall'«erompere delle autorità indipendenti» secondo la nota formula scolpita da Alberto Predieri, ha suggerito di tornare su questi temi e di riflettere sulla funzione antitrust, oggi, e sul suo prossimo futuro.
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