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Il sistema italiano delle infrastrutture di trasporto ha oggi gravi problemi di obsolescenza tecnica, che richiedono massicci interventi di ammodernamento, ristrutturazione e manutenzione. Ma ha anche un grave problema di obsolescenza geografica che gli rende difficile far fronte alla profonda ridefinizione della geografia dei mercati interni ed internazionali di beni e servizi e dei loro luoghi di produzione, con le nuove domande di mobilità ed accessibilità che questa geotransizione esprime. L'obiettivo fondamentale di una politica delle infrastrutture di trasporto del nostro Paese non può essere dunque solo quello di rimediare all'obsolescenza tecnica e alle carenze quantitative e di scala di un sistema infrastrutturale penalizzato da anni di insufficienti investimenti ai quali il PNRR sta ovviando solo in piccola parte; ma è prima di tutto quello di ripensarlo radicalmente, alla luce della futura geografia dei mercati mondiali e dei luoghi nazionali di produzione dei beni e servizi maggiormente esposti alla concorrenza internazionale: il blocco agri-manifatturiero, quello dell'incoming turistico internazionale e quello dell'economia ad alta intensità di conoscenza. Un futuro difficile da prevedere e pieno di rischi. Rischi riducibili solo cercando di codeterminare il futuro puntando allo scenario preferibile tra quelli possibili. L'Italia ha bisogno di «inventare il suo futuro», anche infrastrutturale di trasporto, disegnandolo con atti di pianificazione definiti in una logica decide and provide e creando le condizioni per attuarli con rapidità. La ristrutturazione del nostro sistema infrastrutturale è condizione essenziale, anche se non sufficiente, per il rilancio della competitività dell'economia italiana e per il ricollocamento dell'Italia su un sentiero duraturo di sviluppo sostenibile. Senza una strategia di riduzione del gap di prosperità accumulato negli ultimi decenni sarebbe a rischio la sopravvivenza del nostro modello di welfare così come mancherebbero le risorse necessarie per gli ingenti investimenti richiesti dalla duplice transizione ambientale e digitale.
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