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Mundus Novus. Mayas Aztecas Incas
Campa Riccardo

Mundus Novus. Mayas Aztecas Incas

Editore: Il Mulino

Reparto: Storia dell'america meridionale

ISBN: 9788815291646

Data di pubblicazione: 08/04/2021

Numero pagine: 920

Collana: Ist. italo-latino americano


65,00€
Esaurito

Sinossi

La scoperta rinascimentale della prospettiva si riverbera nell'impresa del navigante, che affronta l'Oceano tenebroso per veleggiare nelle estreme dimensioni dell'Occidente. Egli è l'antesignano del mercante, che si affida ai fastigi del condottiere, affiancato dal missionario evangelizzatore delle genti ancora sconosciute. L'interazione delle culture indigene (della cultura maya, della cultura azteca e della cultura incaica) genera la riflessione sulla guerra giusta, che le cronache dalle Indie e i commentari di riferimento ripropongono alla riflessione da quel fatidico 12 ottobre 1492, nel quale Cristoforo Colombo approda a Ispaniola. Le cronache spagnole del XVI secolo concordano nel rilevare le caratteristiche distintive delle culture precolombiane del Nuovo Mondo. Il dibattito, che s'instaura a Valladolid nel 1551, è volto ad affrontare l'aspetto più inquietante dell'amministrazione spagnola nei fertili territori dell'Estremo Occidente. La disamina ideologica si concentra sulla configurazione genetica degli indios e quindi sulle loro facoltà deliberative rispetto al diritto in vigore nell'area iberica. I trattatisti del diritto delle genti (Juan Luis Vives, Bartolomé de Las Casas, Juan Roa Dávila, Francisco Suárez, Luis de León, Juan Ginés de Sepúlveda, Martín de Azpilcueta) rispristinano la validità della tradizione giuridica europea nel multiculturalismo e nel plurilinguismo americani. Dalla Colonia alla «seconda emancipazione» dell'epoca romantica, la descrizione della vicenda politica e istituzionale dell'America Latina si confronta e talvolta si concilia con la dinamica dell'Europa continentale e degli Stati Uniti d'America. Le cosmovisioni indigene, impreziosite dall'algebra e dalla trigonometria, palesano sorprendenti affinità con il «Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo» di Galileo Galilei. La diversità di questi referenti organici dell'impianto conoscitivo delle due sponde dell'Atlantico è costituita dalla lingua e dalla scrittura, che la pone in essere nell'elegia della rappresentazione.

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