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Uguali per Costituzione. Storia di un'utopia incompiuta dal 1948 ad oggi
Ruffini Ernesto Maria

Uguali per Costituzione. Storia di un'utopia incompiuta dal 1948 ad oggi

Editore: Feltrinelli

Reparto: Scienza politica

ISBN: 9788807111600

Data di pubblicazione: 17/02/2022

Numero pagine: 384

Collana: Storie


25,00€
Esaurito
Disponibile oggi da 1 Librerie

Sinossi

Come ha preso forma l'idea di uguaglianza nella nostra Costituzione e poi nella nostra vita repubblicana? Ernesto Maria Ruffini racconta la grande storia di un'utopia, nata dai sogni, dalle speranze e dalle aspettative degli italiani alla fine della Seconda guerra mondiale, nei giorni della Liberazione e della stagione straordinaria durante la quale furono poste le basi del nostro vivere insieme. Il risultato raggiunto in Assemblea costituente, scrive Ruffini, "non fu altro che la testimonianza del reciproco rispetto delle diverse idee di ciascun Costituente e, in ultima analisi, di ciascun cittadino. Perché anche nella possibilità di esprimere le nostre idee dobbiamo riconoscere di essere tutti uguali". Accanto a quella pagina fondamentale, come in uno specchio del tempo che ci restituisce l'immagine dell'Italia in divenire, questo libro ripercorre anche le principali discussioni parlamentari che hanno accompagnato le leggi più significative della storia repubblicana dal 1948 ai nostri giorni. Quelle che hanno segnato l'avanzamento nel percorso di attuazione concreta dell'uguaglianza nel Paese e quelle che, invece, hanno rappresentato un rallentamento o un passo indietro rispetto alle conquiste che erano state raggiunte. Dopo quasi tre quarti di secolo di vita repubblicana, possiamo fermarci a osservare la realtà presente per chiederci quanto di essa corrisponda alla visione emersa durante la stagione costituente. Sarà così possibile riconoscere un percorso che non si esaurisce nelle leggi approvate dal Parlamento, ma che deve proseguire ogni giorno, soprattutto attraverso l'attività di coloro che prestano servizio nella pubblica amministrazione. È a loro "che il cittadino guarda quando si rivolge allo Stato", perché il loro lavoro dà concretezza al principio di uguaglianza.

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