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Editore: Einaudi
Reparto: Letterature straniere: testi
ISBN: 9788806267865
Data di pubblicazione: 11/03/2025
Numero pagine: 400
Traduttore: Gobetti N.
Collana: Frontiere Einaudi
L'oppio è uno dei farmaci più antichi e potenti. La sua vasta diffusione come sostanza psicoattiva è invece molto più recente, e risale in gran parte a quando l'impero britannico ha fatto del suo commercio dall'India verso la Cina uno strumento di dominio. In modo avvincente e rigoroso, Amitav Ghosh ci mostra come l'oppio sia all'origine della ricchezza di alcune delle più grandi aziende mondiali e di molte delle famiglie più influenti d'America. Spaziando tra la storia della botanica, le mitologie del capitalismo e le ripercussioni sociali e culturali del colonialismo, "Fumo e ceneri" rivela il ruolo fondamentale che una piccola pianta ha svolto nella creazione del mondo come lo conosciamo, un mondo che ora si trova a un passo dal baratro. Un giorno, bevendo una tazza di tè nel suo studio di Calcutta, come ha fatto migliaia di volte in passato, Amitav Ghosh prende coscienza di una rimozione collettiva, quella della grande presenza della Cina nella vita e nella storia del suo paese. Molteplici sono i motivi per cui fino a quel momento gli era sfuggita, e ognuno di loro va ad alimentare l'ampio e sfaccettato discorso che sviluppa in questo saggio: i rapporti tra i due giganti asiatici non sono sempre stati pacifici, ma soprattutto sono stati a lungo mediati da un terzo molto incomodo: l'impero britannico. Ciò che rende il quadro ancora più inafferrabile è che l'oggetto principale dei traffici fra Gran Bretagna, India e Cina sono i prodotti ricavati da due piante dall'aspetto innocuo, "Camellia sinensis" e "Papaver somniferum": il tè e l'oppio. Come "La grande cecità" e "La maledizione della noce moscata", questo libro è un diario di viaggio, ma anche un memoir e un'escursione nella storia economica e culturale del mondo. Amitav Ghosh qui si concentra sul ruolo dell'oppio, forte di vent'anni di ricerche sul tema. Con il suo incredibile talento nel tessere insieme i fili narrativi, un po' alla volta ci porta a vedere come il commercio di questa sostanza al contempo salvifica e letale abbia plasmato i rapporti di forza tra potenze nell'Ottocento, quali bugie si siano raccontate per occultarne gli effetti più nefasti e come dinamiche e bugie si siano ripetute quasi uguali nella recente crisi degli oppiacei statunitense. Un quadro fosco ma affascinantissimo, in cui non manca qualche bagliore di bellezza e di speranza.
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