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Editore: Einaudi
Reparto: Scienza politica
ISBN: 9788806188887
Data di pubblicazione: 09/10/2007
Numero pagine: 137
Collana: Gli struzzi
Quando, la mattina del 9 ottobre 1967, su ordine del generale René Barrientos e in accordo con gli agenti della Cia, il Che venne assassinato nella piccola scuola di La Higuera dal sergente Mario Terán, aveva solo 39 anni. Morì l'uomo, ma iniziò un mito che non ha cessato di crescere nei quarant'anni successivi. Alberto Filippi scava nella mitologia del Che con questo lavoro di "archeologia storico-teoretica", cercando di decostruire la formazione dei miti guevaristi sorti di pari passo al decadimento teorico e al crollo politico del marxismo-leninismo, del maoismo e del comunismo sovietico. Perché è la morte del Che a trasformare l'utopia in mito, capovolgendola per sempre al di là e al di fuori dei diversi contesti storici. Laddove il mito del Che diventa infine il paradossale precorritore del crollo e del superamento del comunismo, nella ricerca di un nuovo possibile soggetto politico "global-popolare". Un'indagine sui rapporti tra utopia e mito: un filo che attraversa la storia dell'Occidente da secoli e che già Marx e Sorel, Bloch e Marcuse, avevano cercato di comprendere, prima che Che Guevara ne fornisse un'altra spettacolare incarnazione.
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